Quarantesimo Anniversario

Il miglior modo di festeggiare oggi i quaranta anni di vita dell’Associazione Naturalisti di Sacile ci sembra consista nell’evidenziare il senso costante, in tutto questo non breve lasso di tempo, della sua presenza nel contesto del territorio Sacilese inteso in senso più ampio del distretto o se volete dell’Alto Livenza.

Come non ripensare pertanto a quel gruppo di giovani che la fondarono ed alla loro dichiarata passione per lo studio della natura; uno studio che era effettivamente praticato sul territorio se, nel marzo del 1965, aveva consentito a Canzio Taffarelli, di scoprire, curiosando su un fosso abbandonato, i reperti di un antico insediamento palafitticolo, noto in seguito come sito neolitico del Palù di Livenza!

Per certo, in un Italia che stava tentando, pur tra tensioni e difficoltà, di allargare a strati sempre più ampi della popolazione le conquiste del miracolo economico, si trattò di un gruppo di valorosi antesignani di quel pensiero e movimento che in seguito sarà noto come “ambientalismo”: Le parole Ambiente ed Ecologia, tra virgolette, erano infatti allora note soltanto a qualche ristretta ed elitaria cerchia di studiosi, Il W.W.F. Italia nacque nel ’68, e nel 71 fu pubblicato il libro “Guida alla Natura d’Italia” di Fulco Pratesi ed altri, con la famosa prefazione di Antonio Cederna.

E’ questo un riconoscimento importante, fondativo, che dobbiamo loro, e non certo per piaggeria celebrativa; ma che trova pieno fondamento in un documento dell’aprile 1977 a firma del comitato promotore per la costituzione dell’Associazione.

 Con chiarezza infatti, nel mentre da un lato si riconosceva la passione naturalistica, si sottolineava dall’altro l’esigenza di parteciparla, condividerla in un sodalizio comune, cui ascrivere lo scopo di –testualmente-“svolgere un servizio per la cittadinanza”, “di divulgare il pensiero scientifico”, di approfondire “gli aspetti del cruciale problema del rapporto tra l’uomo e la natura” e infine di  “organizzare studi e convegni specifici su problemi del nostro ambiente”.

Questi trascorsi e questi documenti segnano quindi l’imprinting dell’Associazione orientandola da subito alla ricerca, allo studio, alla documentazione e quindi alla divulgazione degli elementi significativi del patrimonio culturale, naturalistico, storico e ambientale del territorio Sacilese dal Cavallo-Cansiglio a Tremeacque.

Tale connotazione permea infatti sia l’oggetto sociale sia le finalità dichiarate nell’atto di costituzione dell’Associazione in data 23 gennaio 1978, rep. 15494 Notaio Buscio in Sacile:

  1. Operare per la difesa dell’ambiente naturale e la sua valorizzazione;
  2. Concorrere alla formazione di una sana mentalità naturalistica stringendo rapporti con il mondo della scuola, centri culturali, biblioteche;
  3. Collaborare con gli organi competenti alla salvaguardia di beni naturali;
  4. Avvalersi di proprie pubblicazioni periodiche e non periodiche di carattere sia scientifico, sia divulgativo, sia popolare, sia scolastico; promuovere convegni, congressi, gite e corsi culturali, aprire mostre e creare attività museali;
  5. In generale svolgere qualsiasi attività che possa rendersi utile per il conseguimento degli scopi sociali e collaborare ad iniziative, anche di altre associazioni e enti culturali sia nazionali che locali che perseguano gli stessi fini.

Finalità identicamente ribadite nell’aggiornamento dello statuto, quello attuale, avvenuto con atto rep. 17169 Notaio Gerardi in Pordenone in data 26 giugno 1998, che riassumono con sufficiente precisione le innumerevoli attività svolte negli anni che è impossibile menzionare tutte e che la mostra che oggi inauguriamo tenta di evidenziare.

Si possono infatti in sintesi ricordare i rapporti con Enti di carattere istituzionale e scientifico, tra i quali in particolare l’Università di Ferrara, (saluto a prof. Sala),  le collaborazioni con Associazioni ambientaliste locali, friulane, venete e nazionali, la realizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti con intervento di qualificati docenti universitari e/o di ns. tecnici specializzati per l’uso di strumentazioni specifiche, la pubblicazione di dieci libri, finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, vertenti su ambienti del territorio Sacilese e dell’Alto Livenza in genere, dal Cansiglio alla smorta di San Giovanni di Livenza, la promozione di innumerevoli conferenze, convegni, dibattiti su temi non solo ambientali, ma anche storico-culturali del territorio sacilese svolte sia a Sacile sia nei comuni limitrofi, la realizzazione di lezioni e di connesse visite guidate agli scolari della scuola primaria con eventi conclusivi per la partecipazione congiunta di alunni e famiglie, la creazione di e-book e di video su temi naturalistici, con contenuti derivati da proprie ricerche sull’ambiente locale, la cura e l’attrezzatura di siti naturali pubblici o di proprietà dell’Associazione acquisiti o ricevuti in donazione, la realizzazione di innumerevoli mostre fotografiche sempre su temi legati all’ambiente locale, in particolare al Livenza, al Meschio, al Cansiglio, ad ambienti cittadini etc., la proiezione di film di educazione ambientale su temi di rilevante attualità sia legati alla Ns. Regione sia di carattere generale e infine la realizzazione di tante gite culturali (saluto prof. Polli) e di viaggi studio sia all’estero che in Italia.

Tra i programmi propugnati dall’Associazione più volte nel tempo, cioè sia molto tempo fa, sia ripresi anche di recente a testimonianza di una bella continuità, ve ne sono alcuni che costituiscono una sintesi significativa degli obbiettivi e delle finalità descritte nell’oggetto sociale e che oggi l’Associazione intende richiamare per una rinnovata prospettiva, ritenendole valide sia per il presente sia per il futuro.

In generale.

Sin dalla sua costituzione l’Associazione aveva avuto grande interesse e cura della Livenza e di tutta la zona limitrofa al fiume, dalle sorgenti alla confluenza con il Meduna. Per contribuire alla tutela delle zone umide, ad esempio, gestiva un piccolo appezzamento acquisito nella zona umida del Bodegan, e sollecitava il Comune di Sacile all’acquisto della smorta di Cavolano e successivamente di quella di San Giovanni di Livenza. Pertanto con un documento del 1987 aveva salutato con soddisfazione il progetto di un “Parco  Naturale della Livenza” promosso dalla Amm.ne provinciale e dai Comuni di Sacile, Polcenigo, Fontanafredda, etc., richiamando le caratteristiche delle varie zone di interesse naturalistico da tutelare e alcune anche da recuperare, secondo il seguente elenco che si riporta in sintesi:

  1. La zona di Polcenigo, comprendente in specifico la zona collinare, le sorgenti della Livenza, Gorgazzo, Santissima, Livenzetta etc., l’insediamento neolitico del Palù ancora non oggetto di scavi sistematici e minacciato da una discarica, il colle delle Razze e i gamberi d’acqua dolce, il colle di San Floriano, il colle del Longone, etc.;
  2. Le sponde della Livenza da Fiaschetti a Sacile e relativa vegetazione ripariale e fauna acquatica ed avicola, le zone delle risorgive, dall’Acqua Molle alle Orzaie, e i prati umidi di grande interesse naturalistico;
  3. La zona di Sacile per cui si auspica una più attenta salvaguardia delle aree verdi e la necessità di dotarsi di efficaci fognature per le acque nere e relativa depurazione;
  4. La zona a sud di Sacile, con il recupero delle smorte, e la percorribilità delle rive del fiume.

Sappiamo quale fu la fine ingloriosa del progetto del Parco del Livenza, ma la sensibilità ambientale dei cittadini e perchè no anche quella degli amministratori sia pur lentamente cresce. E allora Il Palù è stato riconosciuto nel giugno 2011 nelle sue valenze storico-archeologiche come “Patrimonio mondiale dell’Unesco” ed in quelle naturalistiche con la recentissima istituzione del biotopo naturale regionale “Palù di Livenza” ai sensi della L.R. 42/96, presentato in una recente serata a Polcenigo a cura del Comune, degli amici dei rospi e della ns. associazione, alla presenza della sottosegretaria all’ambiente Vannia Gava e dei tecnici regionali.

 Ma soprattutto è stato di recente approvato il Piano Paesaggistico Regionale !! E’ sulla base dei grafici e delle norme che il P.P.R. prevede per le zone che erano state indicate nel documento del 1987 che L’associazione Naturalisti di Sacile intende rilanciare oggi l’idea e il progetto dell’antico Parco del Livenza. E se la parola spaventa non c’è bisogno di un nuovo strumento, è sufficiente che i vari comuni interessati recepiscano nei loro strumenti urbanistici i dettati e le prescrizioni del Piano Paesistico Regionale, i cui contenuti, Vi invito a leggerli, sono assai più restrittivi di quanto proponeva l’antico progetto. L’Associazione seguirà l’applicazione di questi contenuti con riferimento in particolare:

  • In comune di Polcenigo collaborando con gli amici dei rospi alla gestione del nuovo biotopo e dei terreni di proprietà dell’associazione per la salvaguardia delle risorgive;
  • In comune di Fontanafredda lavorando per la tutela delle zone umide e in particolare delle risorgive della Val Grande troppo a lungo trascurate e sconvolte;
  • In comune di Sacile con il proposito di seguire:
    • la tutela della fauna e flora sia in ambiente urbano, vedi progetto rondini e in ambiente comunale, area Meschio – Livenza;
    • l’inquinamento dell’acqua della Livenza e affluenti, con il ripristino della raccolta di dati e naturalmente la prosecuzione dello sviluppo del sistema fognario e di depurazione;
    • il decollo del Bosco Urbano, non solo in centro nell’area dell’ex oratorio ma anche a sud della città lungo i meandri della Livenza e, forse presto nella smorta di Cavolano;
    • Con la stessa prospettiva l’attivazione della smorta di San Giovanni di Livenza, con la realizzazione di un accesso pubblico e di strutture per i visitatori, oltre che la promozione di uno studio che con la collaborazione del Comune di Sacile dovrebbe consentirci l’istituzione di un biotopo regionale ai sensi della L. R. 42/96 comprendente le due smorte di Cavolano e di San Giovanni di Livenza;
    • L’avvicinamento dei giovani alla conoscenza e alla salvaguardia dell’ambiente del proprio territorio attraverso la prosecuzione di un proficuo rapporto con le istituzioni scolastiche ad ogni livello e con la biblioteca comunale.

In specifico.

Come si evince dagli statuti, sin dalle sue origini, tra le finalità dichiarate dall’Associazione Naturalisti di Sacile c’era l’aspirazione ad intraprendere un’iniziativa museale.

Messa da parte la concezione un pò arcaica di museo come contenitore di oggetti fisici per approdare a quella di un museo come centro propulsore di  ricerche ed iniziative per la diffusione della conoscenza e della cura di un territorio, quell’idea ha trovato negli anni concreta anche se parziale attuazione nella multiforme attività dell’Associazione, che ormai da due decenni, a più riprese ha sollecitato l’Amministrazione Comunale perché reperisse una sede che ne consentisse il decollo. Con esito negativo anche a causa delle limitazioni di spesa conseguenti alla crisi economica di quest’ultimo decennio.

E’ facile immaginare quali opportunità si potrebbero cogliere attivando un centro radicato appunto nel territorio, praticamente un ecomuseo, che riuscisse a riconnettere per un obbiettivo comune chi si occupa di cultura con chi di architettura, con chi di paesaggio, con chi di bici e percorsi ciclabili, con chi di ambiente e siti naturalistici, con chi di musica, con chi di animali, con chi di canoe, con chi di poesia e letteratura, con chi di storia anche locale, e via dicendo…

Per non parlare dell’ornitologia, dell’attenzione millenaria sacilese ed altoliventina al mondo degli uccelli, connessa all’attenzione per la produzione floro-agricola, per le specialità alimentari locali e in sintesi per quel corredo enogastronomico che è ormai una connotazione non prescindibile della cultura di un territorio; elementi preziosi a costituire, in uno con la musica delle varie scuole, delle espressioni coristiche e delle bande, un mix non secondario di richiamo non solo per la popolazione locale ma anche per visitatori e turisti.

 Si potrebbe investire sul territorio e su qualche giovane preparato, prima che scappi chissà dove!

Lungi dall’associazione il desiderio di far concorrenza ai competenti uffici turistici, ma avviare le famiglie e, mi ripeto perché è un tasto dolente, soprattutto i giovani alla conoscenza del proprio territorio e quindi alla consapevole esigenza della sua salvaguardia, costituisce per l’associazione e per tutti i suoi soci la prosecuzione irrinunciabile del cammino tracciato dai fondatori a difesa di un ambiente purtroppo in tutto il mondo sempre più a tal punto bistrattato da mettere a serio rischio la vita se non nostra ma per certo quella dei nostri figli e nipoti.

E’ un proposito che dovrebbe essere comune a tutti i cittadini o per lo meno a quelli più avvertiti e in particolare a quanti si sono assunti il difficile compito di amministrarli.

Viva l’Associazione Naturalisti di Sacile!

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