BOSCO URBANO A SACILE

1. LA QUALITA’ DELL’ARIA NEL TERRITORIO DI SACILE

La qualità dell’aria è monitorata a Sacile da una centralina dell’ARPA FVG. I dati giornalieri delle
polveri sottili evidenziano che il limite normativo di 50 µg/m3 è stato superato 37 volte nel 2021 a
Sacile, con un massimo di 35 per la normativa europea. Nel 2020 i superamenti erano stati 52, ma
questo miglioramento è dovuto soprattutto al blocco delle attività e dei “Pan e Vin” nel mese di
gennaio 2021.
La cartina qui sotto mostra la situazione delle polveri al 30/12/2021.

Sacile nel 2021 ha la situazione polveri sottili peggiore di tutto il Friuli Venezia Giulia. Per quanto
riguarda le analisi dei gas inquinanti, Sacile non ha particolari problemi con l’ozono, mentre risente
molto del traffico veicolare, rilevato dagli ossidi di azoto.
Altre analisi legate più o meno direttamente alla qualità dell’aria sono il calcolo del consumo di
suolo.
Qui sotto il consumo di suolo pro capite e totale in Italia, dati ISPRA.

Alla luce delle analisi sopra riportate si deduce che il territorio di Sacile e dell’Alto Livenza a
confine con il Veneto poco assomigli, sotto il profilo della qualità dell’aria, al resto del Friuli.
Ciò essenzialmente in quanto molto meno soggetto dell’area centro orientale della Regione alla
ventilazione naturale. Quando là tira la bora qui al massimo un fievole borin!
In questo occorre riconoscere che l’Alto Livenza molto si avvicina alla situazione del “catino” della
pianura padana e che di conseguenza avrebbe diritto a beneficiare delle risorse destinate dal Pnrr
alla forestazione del territorio padano.
Non sembra però che per tale voce di spesa accanto a Piemonte, Lombardia e Veneto figuri anche il
Friuli Venezia Giulia. Se in una valutazione nazionale a livello di dati medi regionali la specificità
del “Giardino della Serenissima” e dintorni non poteva che essere ignorata, spetta comunque al
Presidente del FVG farsi avanti perchè, in un ambito come suol dirsi di messa a terra del
programma di ripresa e resilienza, essa sia effettivamente riconosciuta.
Potrebbe infatti, usufruendo anche del suo ruolo di presidente della conferenza delle regioni,
evidenziare, nel rapporto con il governo, i dati e gli sforamenti ai parametri di sicurezza stabiliti per
la qualità dell’aria da anni presenti nel Sacilese per chiedere che i benefici del Pnrr destinati a questo
problema vengano estesi a questo territorio, una limitata zona del Friuli con caratteristiche un po’
venete che non beneficia della bora.

2. PROPOSTA DI INTERVENTO

In attesa che il Presidente Fvg si faccia valere, sembra indispensabile che il Comune, le associazioni
e la cittadinanza, avuto piena consapevolezza non solo della situazione attuale per quanto concerne
il tema evidenziato della qualità dell’aria, ma anche che la medesima, per effetto dei cambiamenti
climatici in atto, sia destinata ad aggravarsi in uno con gli altri parametri ambientali, si rendano
protagonisti nel sollevare esplicitamente e concretamente il problema predisponendo un indirizzo,
un programma ed infine un progetto che possa migliorare le condizioni oggi esistenti.
Tanto più che, studiando il tema e superando l’attendismo di interventi superiori pur da invocare, ci
si rende conto che non poco si può fare anche usufruendo di risorse domestiche, ancorchè limitate.
In considerazione dei mezzi necessari si ritiene opportuno infatti suddividere l’intervento che qui si
propone in due fasi, l’uno più immediato e con costi contenuti, eventualmente nelle possibilità della
comunità locale, l’altro più ambizioso e che richiederebbe le risorse sopra richiamate del Pnrr.

2.1 Prima fase

L’idea dell’intervento proposto in questa prima fase muove da una analisi del Piano Regolatore
Generale del Comune di Sacile.
A partire infatti dall’intervento già previsto di piantumazione dell’area a verde pubblico dell’ex
oratorio e relativo campo di calcio, dalla Via Carducci alla Livenza, e muovendosi lungo Via
Carducci verso l’incrocio con le Vie Cartiera Vecchia e Canova lungo l’area verde a fianco della
Paisa appena prima della sua confluenza con la Livenza, si osserva, al di là dell’incrocio e delle due
vie che costituiscono l’attuale circonvallazione est, che il Piano Generale situa una serie di ambiti
previsti a zona S/C, con destinazione specifica a bosco planiziale !!
Dall’ Art. 37 bis delle Norme di Piano si evince che la Zona S/C (Servizi ed attrezzature con
compensazione urbanistica) “comprende aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche o di
pubblico interesse acquisibili al patrimonio comunale mediante compensazione urbanistica in
luogo dell’indennizzo espropriativo ordinario.”
Dalla planimetria di Piano a scala 2.000 relativa ai fogli catastali n. 14 e 15 si osserva:
−che buona parte dei terreni posti a cavallo della Paisa immediatamente prima del ponte su Via
Cartiera Vecchia e poi compresi tra Via Canova e la ferrovia per Gemona ricadono in ambiti
individuati come aree S/C-15 e S/C-16, completati prima dell’abitato a nord da aree a verde privato;
−che tutta l’area limitrofa alla Paisa sul lato nord a partire dal ponte sulla ferrovia Sacile – Gemona
sino all’abitato di San Giovanni del Tempio è costituita dagli ambiti S/C da S/C-9 ad S/C-14 oltre a
S/C-19 e S/C-20.
Con riferimento ai dati ricavati sia dalle visure catastali delle particelle interessate sia dalle schede
di Piano Regolatore degli ambiti S/C, dati riportati in allegato, si desume che le aree S/C sopra
indicate presentano una superfice complessiva di m² 162.487, per cui, se si aggiungono le aree a
verde pubblico tra Via Carducci, Livenza e Paisa per circa m² 23.600 e le aree a verde privato a
nord di S/C-15 tra Via Canova e ferrovia per Gemona per m² 27.990, si consegue un insieme
accorpato immediatamente ad est del centro urbano della già ragguardevole dimensione di m²
214.077, cioè circa 21 ettari e mezzo destinati ad una tipologia di verde che potrebbe per tutti essere
specificato in bosco planiziale secondo le indicazioni prevalenti delle schede S/C.
Per avvicinarci alla parte attuativa della presente proposta, tralasciando le aree già di proprietà
pubblica, occorre considerare natura e condizione in termini economico patrimoniali degli ambiti
S/C sopra interessati: si tratta in generale di terreni di scarso valore agricolo, per lo più soggetti ad
essere allagati in caso di eventi metereologici di rilievo, il cui interesse per i relativi proprietari,
accantonate in genere idee di poco economica coltivazione, risiede solo nel meccanismo di
compensazione in quanto consente loro di ricavare dalla vendita un valore che si avvicina a quello
di un terreno edificabile e quindi ben più alto di quello agricolo; in pratica attendono che gli
interessati ad edificare nell’area C/C corrispondente alla loro area S/C, vengano a richiedere di
acquistarla al fine di cederla al Comune in quanto tale cessione costituisce condizione preliminare
stabilita dal Piano Regolatore per poter appunto edificare nell’area C/C.
Se questa, salvo casi particolari, è la situazione, niente vieta che, nell’attesa che si attui il
meccanismo di compensazione, il Comune proponga ai proprietari degli ambiti S/C una
convenzione che, senza alcun pregiudizio per la loro proprietà anzi rafforzando le loro legittime
aspettative di monetizzazione del bene, consenta all’Ente pubblico di anticipare la destinazione
prevista dal Piano per quel sito, ivi provvedendo alle operazioni di idonea piantumazione di essenze
arboree per conseguire i necessari benefici a favore della intera collettività cittadina.
La situazione delle aree a verde privato interessate dalla proposta non è dissimile da quella
evidenziata per gli ambiti S/C, salvo naturalmente la mancanza del meccanismo di compensazione,
in quanto anche qui sono scarse se non nulle le opportunità di coltivazione e quindi limitato il
valore del terreno salvo una qualche prospettiva di trasformazione in ambiti S/C.
Il comune potrebbe comunque proporre anche a loro la convenzione per la piantumazione di alberi
riservandosi di valutare per l’avvenire una qualche parziale destinazione ad S/C o comunque una
qualche forma di indennizzo consensuale.
Ove necessitino risorse che non siano nella disponibilità dell’Amministrazione Comunale sia per la
disponibilità e/o l’acquisto delle aree a verde privato, sia per l’eventuale acquisto delle essenze
arboree sia per procedere alla loro piantumazione, le associazioni che sostengono la proposta del
bosco urbano possono per l’attuazione di questa prima fase promuovere una raccolta fondi
coinvolgendo società, enti ed istituti privati oltre che privati cittadini.
Le associazioni promotrici prestano la loro disponibilità a predisporre un progetto che precisi
tipologia, dimensioni, modalità di un impianto adeguatamente irregolare ma idoneamente pensato
delle varie essenze arboree al fine di conseguire un ambiente ad imitazione del bosco planiziale
come indicato nelle schede del Piano Regolatore Generale della città.

2.2 Seconda fase

La proposta del bosco urbano con questa seconda fase si pone obbiettivi più ambiziosi anche di
tutela del centro urbano rispetto agli effetti negativi dovuti ai cambiamenti climatici. Non solo
quindi miglioramento della qualità dell’aria ma attezione alla temperatura dell’ambiente edificato in
periodi sempre più caldi, al miglioramento della qualità dell’acqua, nonché al contenimento, nei
limiti di questo intervento, delle piene che affliggono il centro.
Essenzialmente si prevede di completare la rinaturalizzazione del contesto ambientale della Paisa,
corso d’acqua che sappiamo oggi abbastanza inquinato, nel tratto che precede la sua confluenza con
la Livenza intervenendo, dopo quanto proposto sul lato nord con la prima fase, anche sul lato sud,
cosi da realizzare un corpo boschivo di quasi 35 ettari che partendo da est si incunea nel centro
urbano seguendo e circondando il corso dell’acqua. Una volta sviluppato, con la sua ubicazione
nella direzione prevalente del vento, il bosco proteggerà la città dagli inquinanti in genere ed in
particolare da quelli del traffico veicolare essendo interposto tra il centro urbano e la nuova gronda
est ove dovrebbe essere spostata gran parte del traffico che oggi l’attraversa.
Si tratta dell’area a forma trapezoidale avente per base il rilevato della ferrovia Sacile – Pordenone
con la adiacente viabilità allorchè si divarica dalla ferrovia per Gemona che ne costituisce il lato
obliquo, chiusa quindi a nord dall’arginello della Paisa e ad est dal rilevato della costruenda
“Gronda est” normale alla base.
Non sfugge ad una analisi anche sommaria che, oltre al menzionato completamento boschivo per
ulteriori circa dodici ettari, l’area costituisce una conca tra rilevati che ne fanno una naturale cassa di
espansione utile a laminare le piene della Paisa prima della sua confluenza nella Livenza riducendo
quindi la severità dei danni provocati al centro urbano da una eventuale alluvione, evento la cui
pericolosità è stimata in crescita per effetto dei cambiamenti climatici.
Sarebbe infatti sufficiente realizzare un paio di chiuse sull’arginello della Paisa anche con un
semplice livello fisso stimato superabile solo in caso di seria “montana”, per raccogliere nell’area
qualche migliaio di metri cubi d’acqua.
Con quest’ultima osservazione si completa l’elenco dei benefici che la proposta di questo pur
modesto bosco urbano si propone di conseguire per la città di Sacile.

E’ evidente che la seconda fase richiede l’acquisizione di terreni che diversamente dai precedenti
hanno un effettivo valore agricolo e sono utilizzati a tale scopo. Comporta quindi un costo che
aggiunto alla sistemazione e piantumazione a bosco e a cassa di espansione non può non far
riferimento all’interessamento regionale ricordato nel primo paragrafo per la specificità in sede
regionale del territorio sacilese in relazione alla qualità dell’aria.

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